Reddito concordato per il biennio 2024-2025 in 5 mosse: è quanto emerge dalla nota tecnica e metodologica (allegata al D.M. Economia pubblicato il 15.06.2024 in Gazzetta Ufficiale) alla base del software sul concordato preventivo.
Il percorso parte dal reddito dichiarato dal contribuente nell’annualità oggetto di dichiarazione (anno d’imposta 2023), nettizzato di alcune componenti straordinarie (plusvalenze e minusvalenze, sopravvenienze attive/passive), per arrivare alla definitiva proposta si concretizza nei seguenti passaggi:
- misurazione dei singoli indicatori elementari di affidabilità e anomalia;
- valutazione dei risultati economici nella gestione operativa negli ultimi 3 periodi d’imposta, compresa quella oggetto di dichiarazione;
- confronto con valori di riferimento settoriali;
- criterio formulazione base Irap;
- rivalutazione con proiezioni macroeconomiche per i periodi d’imposta 2024 e 2025
Il primo passaggio è solitamente quello più importante in termini quantitativi, poiché prevede l’analisi del posizionamento Isa (periodo d’imposta 2023) del singolo contribuente. Il sistema impone che i singoli indicatori elementari (ricavi, valore aggiunto e reddito per addetto) siano massimizzati in funzione di un risultato pari a 10. Dove tale obiettivo non sia raggiunto fisiologicamente dal contribuente, il differenziale da colmare sarà esattamente pari a quello che il software Isa propone per raggiungere il punteggio massimo (voto 10).
Stessa procedura è prevista per gli indicatori di anomalia se sussistenti per la singola posizione. Il sistema ne prevede l’eliminazione per massimare l’affidabilità al voto 10: pertanto, preso il reddito dichiarato (periodo d’imposta 2023), esso sarà (eventualmente) concretamente incrementato di quanto serve per arrivare al 10.
In presenza di indicatori dove l’analisi Isa non prevede una diretta quantificazione in termini di adeguamento di ricavi/compensi (esempio: indicatori durata e decumulo delle scorte o il numero dei ponti sollevatori per addetto per gli autoriparatori), la determinazione avviene in via indiretta mediante l’elaborazione di una ulteriore funzione operativa che ne quantifica in termini di maggior reddito il mancato allineamento con il risultato atteso per gli Isa.
Applicato tale meccanismo il reddito che se ne ricava è moltiplicato per un coefficiente definito di «benchmark» (solitamente positivo), che aumenta il valore proposto.
Il secondo passaggio previsto si estrinseca nella costruzione di un ulteriore coefficiente che ha il compito di valorizzare il reddito operativo specifico del singolo contribuente nell’ultimo triennio (2021/22/23), traducendosi in una ulteriore variazione (a seconda dei casi positiva o negativa) del reddito sopra determinato che oscilla fra lo zero e massimo il 10% a seconda dell’andamento storico (crescente o decrescente).
Il terzo passaggio prevede un ulteriore aggiustamento qualora il reddito definito dai precedenti 2 passaggi metodologici si presenti inferiore rispetto a quello medio dei lavoratori dipendenti dello stesso settore.
Il quarto passaggio prevede la quantificazione della base imponibile ai fini Irap (per le sole società) con un percorso del tutto analogo a quello per le imposte dirette.
Infine, il quinto passaggio prevede l’ulteriore rivalutazione del risultato determinato con i criteri sopra elencati con l’utilizzo delle proiezioni macroeconomiche disponibili che prevedono una crescita del Pil dello 0,6% nel 2024 e dell’1% nel 2025.
In ultima analisi, l’art. 7 del decreto prevede che nella proposta per il periodo di imposta 2024 «il maggior reddito individuato con la procedura sopra riepilogata sarà dimezzato del 50%», per poi allinearsi al punto più alto nel 2025.